Quando si parla di cinema, i riferimenti più immediati riguardano l’icona della Dolce vita Marcello Mastroianni e il principe Antonio De Curtis da Bisanzio, in arte Totò. Ma è assai romantica la passione di Clint Eastwood che, stando agli aneddoti, conobbe il sigaro all’italiana sul set di Per un pugno di dollari, primo western all’italiana da lui interpretato. Apprezzò così tanto da fumarlo durante le riprese.
Le Manifatture del Sigaro Toscano annoverano nel proprio portafoglio prodotti quattro «sigari d’autore», dedicati ad altrettante personalità appassionate del genere. C’è il «Modigliani» che ripropone filologicamente i leggendari sigari «stortignaccoli» che Amedeo Modigliani fumava già dagli anni livornesi, c’è il «Soldati» con impresso sulla confezione il volto di Mario Soldati, uomo di lettere, teatro e cinema tra i più attivi del Novecento ma anche grande fumatore. Fu lui, cui non mancavano amicizie influenti, a suggerire prima di tutti per la produzione dei Toscani l’utilizzo dei tabacchi Kentucky coltivati in Campania, gli stessi che oggi danno corpo ai sigari Soldati esplicitamente dedicati all’intellettuale torinese. C’è il «Mascagni» con il nome e il volto di Pietro Mascagni, indimenticabile compositore della Cavalleria rusticana che, quando poteva, fumava o metteva il sigaro in bocca ai suoi personaggi. Padre di tutte le serie dedicate è comunque il Garibaldi, in produzione dal 1982: qui il riferimento è a Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei Due Mondi che, secondo le cronache, tra una battaglia risorgimentale e l’altra non disdegnava di accompagnarsi con uno stortignaccolo.
Altri nomi noti innamorati del nostro sigaro italiani sono stati: Giacomo Puccini, Ferruccio Busoni, Vasco Pratolini, Gianni Brera e molti altri.
Per saperne di più leggete Il Sole 24ore del 4 ottobre 2018 da cui è stato estrapolato questo articolo.
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BpR
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