La prima fase dell’analisi organolettica consiste nell’esame visivo. Questo significa valutare oltre al colore anche la limpidezza, trasparenza, fluidità e l’eventuale effervescenza. In questa prima parte ci soffermeremo sul colore. I vini possono innanzi tutto essere bianchi, rosati o rossi (MAI NERI!!!!!). La colorazione è un parametro così importante nella degustazione che le tonalità di giallo (per i vini bianchi), rosa (per i rosati) e rosso (naturalmente per i vini rossi) con il tempo sono state praticamente prestabilite con un linguaggio che è poi diventato comune. Quindi il segreto sta semplicemente nel memorizzare la foto qui sopra. Come si procede? Innanzi tutto è necessario mettere un po’ di vino in un bicchiere, inclinare il calice a 45 gradi su una superficie bianca. È consigliato tenere il bicchiere davanti a uno sfondo bianco, Questo ti permetterà di non avere distorsioni da altri colori. Scegli per esempio di usare un fazzoletto o un foglio bianco in maniera da osservarne meglio il colore che, non deve ma essere torbido. Le prime impressioni sono importanti, anche in fatto di vino. Il colore del vino non è solo rosso, bianco o rosato, al contrario ha molte sfumature. I vini rossi possono avere riflessi violacei e i vini bianchi paglierini o giallo dorato. Il colore del vino rosato può variare dal rosa tipico di un rose' fino a un colore più profondo. Il colore del vino può anche farci risalire alla sua età. In generale, i vini bianchi diventano più scuri con il passare del tempo, mentre i vini rossi diventano più chiari. I bianchi con l’invecchiamento diventano più scuri, ma non devono mai sfiorare la tonalità del marrone. I sedimenti che potrete notare sul fondo di un bicchiere di vino rosso non sono sempre un difetto, ma si creano in parte durante l’invecchiamento naturale del vino Seguici! La prossima volta continueremo con l’esame visivo.
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