Limoncello, digestivo, amaro, amaretto, grappa... ogni regione predilige concludere in modo diverso una buona mangiata. Una cosa però le accomuna tutte. Il vizietto del dopo caffè, o come si dice da noi in Piemonte il "pusa caffè", non può mancare.
È il sigillo conclusivo di ogni pasto italiano, rigorosamente dopo il caffè. È una sintesi di creatività, convivialità e campanilismo. È l’elisir che tonifica e “contrasta persino il logorio della vita moderna”, come suggeriva l’imperturbabile gentleman Ernesto Calindri nell’immortale spot Cynar (ripreso da Elio e le Storie Tese in tempi più recenti).
L’Italia è tra i maggiori Paesi produttori al mondo di amari ed è sicuramente quello che vanta la più antica e forte tradizione liquoristica regionale. Queste sapienti miscele di erbe officinali, spesso perfezionate nel corso dei secoli da monaci o farmacisti, hanno da tempo smesso i panni di rito da bar di paese o di periferia per incuriosire i gusti più contemporanei e occupare le bottigliere dei migliori cocktail bar al mondo.
BpR
Tratto da: IlSole24Ore di Federico De Cesare Viola
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